Mosso dal forte spirito per la ricerca scientifica, lasciò una notevole impronta nelle collezioni del giardino.
Il botanico riorganizzò tutte le collezioni, che , riordinate secondo le loro caratteristiche, ridefinirono l’immagine ottocentesca del giardino secondo un’ottica di classificazione scientifica e di studi specialistici; ricreò l’aspetto rinascimentale del luogo, sostituendo la Serra neoclassica, ubicata lì dove c’era l’orto agrario; realizzando, così, una composizione simmetrica.
Partendo dalla vasca delle piante acquatiche, un Viale centrale, i due Boschetti di Camelia Japonica, un Viale di Canfori(Cinnamomum canphora) e di Aesculus hippocastani, fino al Viale delle Palme, che, ancora oggi, sono una splendida collezione
Terracciano così si esprime, in una pubblicazione del 1876:”Dal monte Briano, prospettando il mezzodì, il giardino giù scende stendendosi per ettari 23 circa per un terreno, parte in dolce pendio , bellamente accidentato, parte in pianura…..”
E l’identità del giardino è ancor oggi costituita proprio dalla compresenza di scorci paesaggistici, scene e architetture pittoresche, arricchite da piante esotiche e da collezioni botaniche che sono le caratteristiche da conservare e restaurare..
Sono meravigliose le descrizioni di Francesco Canestrini sulle sfumature e le tonalità dei fiori e del fogliame, dei finti ruderi dorici del Tempio Italico e degli altri meravigliosi angoli di questo giardino.
@RIPRODUZIONE RISERVATA
Bibliografia:
@Breve Storia della scuola floristica napoletana
@F.Canestrini, Scienziato e direttore: l’opera di Nicola Terracciano
nel Giardino inglese di Caserta,
Soprintendenza BAAS. di Caserta, 2006
@A.A.W. L’Herbarium Neapolitanum, Università Federico II,
Dip. Biologia, 2014
@Settembrino G. Strazza M.
Viaggiatori in Basilicata 1770/1880, Cons. Reg., Basilicata 2004